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Le storie e le immagini degli emigranti

In questa sezione si trovano le immagini e le storie degli emigranti trevicani. Puoi segnalarci la tua storia o inviarci le tue foto compilando l'apposito form.

16/11/2012 12:56

Maria Luigia Cipriano
Sturno

All´emigrato
E´ tanto povera questa terra di lupi, ma ricca è di sole che schiude i cardi, imbianca il verde dei prati, asciuga le zolle di creta lavate dal tuo sudore. Quel giorno, emigrato, la luce dell´astro accecò la tua vista, offuscò la tua mente. In una sacca di carta menasti i tuoi straccie con le scarpe ben stagionate ti portasti fuori dalla porta di casa. Seguisti un viottolo di sogni e approdasti in una terra sterile d´affetti. Sei ricco, ora, ma ti senti un pezzente; tra i tanti averi cerchi invano un lembo della tua terra lontana.

Sapore d´un sogno
Punti luminosi ammiccano,
si frantumano in un mare nero.
Sono le stelle del mio paese: stanche,
silenziose, hanno trapunto
il cielo lombardo...
L´occhio mio, attonito, si perde;
la mente e l´animo,
si confondono, s´annullano...
Non più prigioniera:
un sogno m´avvolge;
mi libro nell´aria
e inseguo un mondo lontano,
un mondo che non posso toccare,
un mondo che ho amato...
Milano, luglio 1959

28/05/2012 10:47

Carissimi amici di Trevico, sono forse un clandestino in questo sito dedicato agli emigranti dell´Irpinia nel mondo ma poichè anch´io, in qualche modo mi considero un emigrante, per essere un veneto che vive da tanto tempo a Milano, vorrei dare un mio contributo con una poesia dedicata alla mia terra di origine, il bellunese. Terra da sempre di emigranti, specie minatori in tutte le terre possibili. I caduti nella miniera di Marcinelle, in Belgio, erano quasi tutti bellunesi. I sopravvissuti sono spesso venuti a morire di silicosi nelle loro case e altri hanno assunto nazionalità differenti.La poesia TERRA DI PIANTO è stata presentata e ha avuto riconoscimenti in tanti concorsi, qui vuole essere la mia testimonianza di una sorte comune e una dedica innamorata alla mia terra di origine.
TERRA DI PIANTO
(alla mia terra e a tutte le terre di Emigranti)

E´ genuflessa terra, questa
che piega a nord, tra le montagne e il fiume.
E´ l´aria tersa a pennellare azzurro
sui candidi merletti delle cime;
è lana grezza,
filata dalle donne nei filò,
le lunghe sere;
è come sangue il rosso dei tramonti
dei minatori dai polmoni erosi.
(La silicosi è roccia che si addensa,
è pietra che condensa intorno al cuore.)
E´ prona terra, a volte,
di solitarie donne nei paesi,
di bimbi e nonni
o eretta come i picchi
che grattano le nubi passeggere.
Io scelgo sempre chi non ha una voce,
scelgo la fame dei bambini soli,
le piaghe da decubito dei vecchi
o le parole scarne dei poeti.
Ti scelgo terra che non hai cantori
e lo farò per darti
le sole tre parole che conosco,
unite insieme a simulare un canto.
Ti chiamerò col nome che ti danno
vedove bianche, unite nel lamento,
dolente, sfortunata, genuflessa,

terra di pianto.

26/04/2012 10:24

Elisa Lavanga
Brescia

Gent.ma Mariangela e amici "Irpinia Mia",vi scrivo una missiva per congratularmi con voi della bella iniziativa culturale che avete avuto. Sono orgogliosa della mia terra appunto l´"Irpinia" che ho dovuto lasciare per motivi di lavoro in giovane età.
Mi trovo in una città del Nord: Brescia. Qui risiedo ormai da trent´anni ma il mio cuore è rimasto sempre legato a voi Irpini.
Quanto mi mancate! Mi manca il vostro sorriso, la vostra affabilità, la vostra ospitalità che non ha termini di paragone con nessuno.
Qui al nord le persone sono gentili, ma badano molto alla forma, noi siamo persone schiette, semplici, umili anche con tanti talenti.
Ho fatto tesoro negli anni della gentilezza, della cortesia che ci caratterizza. Vi dico che sono stata molto apprezzata da un piccolo pubblico colto.
Quando parlo dell´Irpinia adesso la gente sa dove si trova, ma i primi anni che vivevo al nord, non sapevano nulla dell´Irpinia e quando parlavo dei nostri luoghi e dell´ospitalità della gente mi guardavano meravigliati!
Adesso vi dico cosa mi manca della nostra terra: il vento che soffia sulle nostre colline e ci aveva abituate a portare in testa cuffie e foulard.
La casa grande, quegli spazi immensi della cucina, del salotto ecc. Più di tutto ho nostalgia delle amicizie che con il passar degli anni ho scoperto essere vere e autentiche.
Mi mancano le lunghe passeggiate in piazza il pomeriggio e la domenica. Le discussioni sulla politica perchè quando io ero giovane con i ragazzi e le ragazze del paese parlavamo molto di questo argomento.
A volte litigavamo tanto ma era solo un modo per confrontarsi per cercare di capire in quale realtà vivevamo.
Vivo in una città dove il progresso fa vivere bene la gente economicamente ma manca il lato umano.
Perciò miei cari amici bisogna far tesoro di quella "umanità" che ci caratterizza. Un caro affettuoso saluto a te Mariangela e a tutti gli amici.


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