Distese di stoppie lunghe come baci di innamorati folli si perdono all'orizzonte dove l'Irpinia è gia Daunia. Terra fiabesca che acquieta ogni spirito audace e smorza, nella monocromia del verde, ogni umana passione, cancella ogni umano peccato.
L'animo si distende tra i campi sconfinati ove nidifica, tranquilla, l'allodola e la quaglia, tra fili d'avena selvatica e ogliarella, riposa sui seni molli ornati da cuscini di verde.
Pochi insediamenti umani testimoniano la presenza di etnie partorite dalla terra, solo la massiccia mole del ponte sulla Fiumarella tradisce il sereno ondulare dei campi degradanti verso il cielo luminoso, dal monte di Trevico ad Anzano di Puglia; ma è una visione lontana che si perde tra i colli e le macchie di boscaglie. Tra gli umori dell'orizzonte, come una visione appena percepibile in un colpo d'occhio, affiora Scampitella.
I diversi piani d'orizzonte conferiscono all'immagine un ampio respiro, la profondità di campo resa dalla prospettiva cromatica, permette allo sguardo di spaziare ampiamente come da un'altura di oltre settecentoquaranta metri.
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