Lo spettro dell'agglomerato rupestre, illuminato da un bagliore sinistro, si staglia contro il cielo di ghiaccio. La luce radente del lampione non riscalda la monocromia che spazia nei toni freddi dell'azzurro, come in un dipinto di Caravaggio, evidenzia il momento reale, la desolazione del nulla. La diga, specchio di ghiaccio, riflette il cielo polare, delimitandosi in un orizzonte finito dai monti lontani dell'Irpinia Alta. Alberi spogli contribuiscono a rendere spettrale il paesaggio e a raggelare nel cuore ogni muto sentimento d'amore. L'ombra addensante del primo piano crea un baratro che allontana maggiormente l'immagine congelandola in uno spazio metafisico esplorabile esclusivamente dalla fantasia.
Eccellente la resa cromatica, perfetta l'interpretazione del tema.
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