Delicata è questa lirica nel suo riflettere sul senso del tempo che passa e sulle incognite che esso lascia lungo il percorso. Il poeta non si piega a una visione pessimistica o malinconica come avviene in “Autunno” di Cardarelli. Non sarà la notte che cala sulla luce della vita a smorzare nel suo cuore il desiderio di un giorno nuovo. Ora che l’imbrunire soffia tra i capelli, ce n’è di coraggio, accresciuto alla consapevolezza della preziosità del tempo e al desiderio di assaporarne ogni goccia. Lasciato alle spalle il mito effimero dell’eterna giovinezza, le rughe del volto svelano il senso al vivere. Benché più fragile, adesso che sono più flebili le forze, il poeta si metterà ancora in gioco, ogni giorno come fosse ogni volta la prima volta. La luna, con la sua fioca luce, superata la notte, lascerà posto al giorno nuovo che s’illuminerà delle sfide, ancora tutte da giocare, ma con spirito rinnovato.
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