TREVICO - Concorso Irpinia Mia

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Sezione Poesia

LE ROSE E LE SPINE DELLA NONNA

di Daniele Marilina

Stamani,
ho osservato per lungo tempo la balconata
della vecchia casa della nonna.
Non ci sono più le belle rose inerpicate alla parete,
i ficus e le felci disposte in fila
assieme alle edere e ai tronchi della felicità.
Da piccola
era bello persino pungersi
con le spine delle candide rose bianche,
aperte,
vanitose,
tra il grigio delle ringhiere e il verde delle imposte,
perché lei "donna silenziosa" mi baciava la ferita.
Poi riprendeva premurosamente
a chinarsi sul suo piccolo mondo verde,
il suo pezzo di giardino del terzo piano,
e nei suoi rari sorrisi che ricordo c'era la fierezza,
la beltà,
la vita che nasceva di fuori alla balconata
e moriva dentro casa...
non appena varcava quella luce stupenda per entrare nel buio,
nella mestizia di un mondo inerte,
freddo,
acerbo,
tormentoso quanto le spine delle rose,
quanto la molestia dell'ortica,
quanto l'insolenza della grandine assassina.
V'era l'ombra oscura del vento impetuoso,
sinuoso,
vorace...
che ne solcava la gaiezza,
discendendo le guance al sussiego,
depredandone la femminilità,
la grazia,
donandole l'amarezza che nessuna sposa
vorrebbe trovare nel suo nido d'amore,
tra i veli e le sete,
fra le tende e le tovaglie,
nel raso delle lenzuola fresche d'estate
e i guanciali e le lane,
testimoni di pianti e sorrisi.
Ora, l'ombra oscura che le ha tolto una manciata di sorrisi
sino a fugarle il viso,
le mani, i pensieri, la vita...
è ancora lì...
a mangiare solitudine... e a bere vecchiaia,
io invece sono qui fuori ad osservare triste la balconata vuota,
priva di felci ed edere,
e dacché la nonna è morta
alla parete delle rose...son rimaste soltanto le spine.