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Concorso Irpinia Mia 2011
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Sezione Poesia |
UMANA DIVERSITÀ |
di Prebenna Nicola |
Non molto a lungo vedovo il cielo
permane ché al tardo sciogliersi
dei grumi neri dell'inverno ripercorrono
a frotte la scia di sempre, e fedeli
al sito benedetto, se incaute mani
non sempre di bimbi innocenti
non hanno distrutto il casolare,
ripartono a far la spola tra la cimasa
antica e la campagna che si apre
per il nido da ripristinare.
Non sempre l'uomo partito per altri
lidi cede alla malia del ricordo
e ritorna sui passi antichi e, pur se forte
il richiamo nell'animo punge,
definitivo si fa l'addio alla patria
di un tempo.
Non stanca per l'amore di sempre
depone la rondine nel becco dei suoi
rondinini l'insetto che nutre e indomita
riparte nell'aperto cielo e sotto le nuvole
gravide a far lieta e paga la prole
che cresce.
Non così l'umana belva che sviata
da prospettive fallaci infierisce violenta
sui tremuli pargoli, e agnelli sacrificali,
e non per un dio, giacciono negletti
in fondo ai cassonetti o, se loro arride
miglior fortuna, in provvide corsie
d'ospedali approdano.
Permane imperturbata la voglia
di disfarsi di quelli a cui la vita si è data
e sempre più vedovo si fa
non il cielo che le garrule rondini allietano,
l'animo bensì dell'uomo estraneo
fatto all'amore e alla pietà.
Ed alla belva l'umanità soccombe.
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