Lusinghe meschine, sguardi rapiti, fraudolente ammirazioni.
Accumuli di lemmi accatastati nella mente,
fortezze di chiacchiere bandite ad arte.
Truffatrici espressioni verbali,
affluenti in piena di tinteggiate scempiaggini.
Da presenza ad ombra nella mia vita,
da menzogne deliziose a realtà crudele.
Copro il volto di rabbia e tenerezza,
amore e avversione, gioia e affanno.
Afferro attimi di inganni e blandizie,
rigetto subito dopo verità sconcertarti.
Ripiegata su me stessa,
affondo le mani nella nuda terra.
Ingoio polvere e acqua, linfa e nutrimento,
vigore e ispirazione, fervore e grazia.
Rivelo un primordiale istinto,
...lentamente…così come, senza fretta,
la menzogna manifestata ha divorato le mie viscere.
Si dissolve a tratti l'ancestrale virulenza,
diffondendosi a piccole dosi,
diramandosi senza tregua.
Ottenebrata dalla velenosità dei sentimenti
e oscurata dalla mordace sofferenza,
non trovo conforto neanche nell'amore.
Proprio lui, accecato da questo ardore,
partorì la menzogna, generò fandonie,
elargendo speranze e illusioni,
abbagli luminosi e folgoranti attese!
Affondo nuovamente le mani nella terra e ne vengo inghiottita.
Trangugiata e intorpidita, mi ritrovo nel nulla più profondo.
Scossa dall'infamia umana, ma temprata dalla saggezza,
non temo più neanche il gelo della morte...
|
|