Controvento va... la barca della mia vita errante.
Paonazzo è il viso, nello scorgere scelleratezze e vituperi,
perversioni e corruzioni,
lungo il sentiero greve,
percorso con ansia sfregiante.
Si risucchia un'irrespirabile effluvio di sangue e spogli corpi senza vita,
dove la ragione, avulsa, a fatica resiste a tale deliro.
Un ginepraio di sconcerti, conducono a raccapriccianti intuizioni.
Cerco di svincolarmi a fatica, dalle braccia della morte,
che afferra con veemenza,
senza darmi tregua,
senza concedermi un armistizio.
Sbarro gli occhi.
Mi trovo intrisa di sudore.
Odora di tremiti paurosi e incubi raggelanti.
Sgomento che, solo il pensiero del trapasso produce.
Rimango immobile,
attaccata morbosamente a questa vaga esistenza.
Effondo un urlo opaco,
ed una lacrima bruciante,
sfigura il volto colmo d'amarezza.
Guardo la mia immagine riflessa
e lentamente svanisce, insieme ai ricordi.
Si disgrega, come le sembianza di tutti noi,
congiunti da un amaro destino,
da un medesimo prospetto,
in cui siamo solo deboli menti peregrine.
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