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Concorso Irpinia Mia 2010 << Indietro

Secondo Premio
Sezione Poesia
VERGOGNA E SILENZIO
di Catalano Pietro

Ecco quel che resta della sua vita:
un cumulo di macerie e l'odore di muffa
che penetra nelle narici fino alle viscere;
non sa spiegare la notte nel cuore,
né sa parlare del suo dolore:
le parole sono pietre d'inciampo.
Nel tempo delle nano-scienze
- le mani ancora sporche di calce-
restiamo piccoli nel cuore,
ci vergogniamo dei poveri nostrani
e li nascondiamo nella Zona del Calvario.
Tutto diventa spettacolo, anche il dolore
è vestito da finta bontà quotidiana
che tacita la coscienza degli ignavi.
Alcuni fuggono dai propri simili
forse per paura di sé stessi,
ma l'anima è accarezzata
da angeli che soffiano brezza
dove respirare lentamente nuovo cielo.
Oggi il silenzio diventa compagno
di vita, ascolto il suo latente respiro
decifrando parole mai dette;
il vento d'autunno accarezza
la malinconia dell'anima,
e trovo sollievo leggero
nel sorriso d'un fanciullo che corre lontano.
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Recensione
In questa civiltà del nostro tempo, dove manca una vera corrispondenza tra sviluppo tecnologico e progresso umano, spesso ci mostriamo sordi alla voce del dolore. “Piccoli nel cuore”, non guardiamo all’uomo. Forse, abbiamo paura delle nostre stesse debolezze e di quelle che l’altro ci riflette. Il poeta denuncia l’ipocrisia della quale ci vestiamo di fronte ai bisogni dell’altro, dell’ignavia che non fa prendere posizione, dell’indifferenza che non fa agire. Eppure, egli scorge angeli che accarezzano la nostra anima e ci conducono col loro soffio verso cieli nuovi, verso nuove consapevolezze. È nel sorriso di un fanciullo, che corre lontano, la speranza dell’uomo nuovo, l’artefice di un mondo che ha da venire, un mondo sincero dove sapremo, finalmente, riconoscere anche nel dolore, nostro e altrui, l’immagine della dignità profonda che ognuno porta in sé. Si respira pace nei versi di questa lirica che è un messaggio d’amore che corre oltre le parole, oltre “le pietre d’inciampo” di chi non riesce ad esprimere il suo disagio, per arrivare dritto al cuore.
Agostina Spagnuolo
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