Si può, lo so, si può provare a fare
di questo spazio minimo nel mondo
il nostro paradiso,
come la stanza piccola in cui vivo,
dove raccolgo
cimeli vari, sfilacciati brani
di quel tappeto magico che impiego
per visitare i luoghi del mio sogno,
paradisi di ciottoli raccolti
in ogni luogo,
la traccia sottilissima che inseguo
sul mio sentiero.
Le foto in seppia, a volte un po' sbiadite,
di visi sconosciuti ed il profumo
d'un passato perduto,
come il piccolo mazzo di violette
legate con un nastro di velluto.
Si può, lo so,
si può non interrompere il discorso
con quello che rimane del ricordo.
Si può parlare con continuità,
tenere aperto il dialogo col mondo
e con se stessi.
Offrirsi una parola di conforto
ogni mattina all'ora del risveglio
per amare di noi quello che adesso
è come allora: il nostro paradiso,
l'ipotesi che siamo, il cielo stesso.
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