Cammini per le vie di Borgo Vecchio,
sinuoso è il tuo incedere,
nell’asfalto ruvido conflagra la bellezza.
Da lontano odo un eco che riporta un canto,
ondeggia tela nella leggera brezza,
vela rigonfia al suo vascello in libertà.
A piedi nudi le viuzze strette calchi,
sconfini con tenacia di guerriera.
Sgomitando l’avversità,
conquisti la terrazza del tempo,
piegato, frastornato, vissuto.
Donna, qual delizia per l’udito è il tuo narrare,
ascolto la commedia della vita in quattro atti.
Hai seminato amore,
hai raccolto spighe di grano maturo e gramigna,
sfidando sventura e tradimento
hai conquistato la tua savana,
dove vivi libera da pregiudizi,
con leggerezza di gazzella
e la forza di una leonessa.
Quando l’ultimo raggio di sole
s’infiltrerà tra tuoi capelli bianchi,
e il passo sarà più stanco,
capirai quanto sia stato bello essere donna.
Sei vita donna,
tormento vivo che ossessiona i rintocchi delle ore,
nella campana della chiesa antica del cuore.
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