Trevico
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Concorso Irpinia Mia 2014
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Secondo Premio |
Premio Ettore Scola |
Sez. Poesia |
LU SCARDALANA |
di Boccella Italia |
Di casa, in casa,
andava "lu scarda lana",
di traverso sulle spalle
"la scarda" portava:
sgabello a tre piedi
di dentini aguzzi costellato.
Tirava, tirava, tirava,
spingeva in avanti " i mapponi".
Come maccheroni
di soffice lana,
cadevano in cesti,
congiunti dalle dita
e dal fuso ritorti.
Con un colpo di mano,
all'insù sulla coscia della nonna,
il fuso partiva veloce
ruotando su sé stesso,
appeso al filo di lana.
Tanti fili,
tanti caldi indumenti.
A sera, poi,
"lu scarda lana",
il fardello sulle spalle
ricaricava:
salutava, timido e compiaciuto,
tirando la visiera del berretto
resa lucida
dal grasso della lana.
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Recensione |
Il testo, piuttosto prosastico nell’andamento, merita attenzione soprattutto sotto il profilo della descrizione.
Il suo pregio è quello di evocare un mestiere antico, oggi dimenticato, attraverso un abile tratto descrittivo ricco di dettagli, capace di farci vedere all’opera un uomo paziente dedito al suo lavoro itinerante di casa in casa.
La scarda con i denti aguzzi, i mapponi che cadono nei cesti, la visiera resa lucida dal grasso della lana sono particolari suggestivi di un quadro che risveglia vecchi ricordi densi di emozioni.
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Maria Raffaella Calabrese De Feo |
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