Home - Cultura - Emigranti - Ellis Island | Martedì 03 Dicembre 2024 18:40 | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
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Libri | Proverbi | Ricordi quando... | Emigranti trevicani Ellis Island e la grande migrazione
L'emigrazione è un fenomeno demografico caratterizzato dallo spostamento di grandi masse di popolazione da uno Stato a
un altro o da una regione all'altra di una stessa nazione. Tale fenomeno, in genere, è legato a cause ambientali,
economiche e sociali, spesso intrecciate tra loro, che spingono la popolazione a spostarsi dal luogo di origine, verso
luoghi che si ritiene diano maggiori possibilità di lavorare e condizioni di vita più favorevoli.
Gli italiani sono stati protagonisti del più grande esodo migratorio della storia moderna. Nell'arco di poco più di un
secolo, a partire dal 1861, sono state registrate più di ventiquattro milioni di partenze, costituite prevalentemente
da maschi giovani, contadini, agricoltori, braccianti, ma anche da artigiani, muratori e operai, costretti all'espatrio
dalla povertà dei loro paesi.
Storicamente il flusso migratorio più importante è stato quello diretto dall'Europa verso le Americhe (grande
emigrazione). Tra la fine dell'800 e l'inizio del 900, milioni di emigranti, partirono principalmente dai porti di
Genova, Napoli e Palermo, abbandonando la terra natia per fuggire dalla povertà, affrontando un lungo ed estenuante
viaggio in nave, alla ricerca della propria El Dorado. Gli italiani, che fra il 1880 e il 1915 approdarono
negli Stati Uniti, furono quasi quattro milioni, con un picco di 1 milione nel 1907. Circa la metà di questi,
rimpatriò nel periodo 1900-1914. Il flusso fu favorito dalle navi che trasportavano merci dall'America all'Europa e
rientravano con un carico di emigranti.
Ellis Island, un isolotto alla foce del fiume Hudson nella baia di New York, fungeva da stazione di controllo
sanitario e di identità per una media di cinquemila persone al giorno.
All'arrivo infatti, gli immigrati dovevano esibire i documenti di viaggio con le informazioni della nave che li aveva
portati a New York. Successivamente, i medici del Servizio Immigrazione controllavano le loro condizioni di salute
contrassegnando sulla schiena con un gesso, quelli che dovevano essere sottoposti ad esame più approfondito (ad esempio:
PG per donna incinta, K per ernia e X per problemi mentali).
Chi superava questo primo esame, veniva poi accompagnato nella Sala dei Registri, dove gli ispettori registravano una
serie di dati quali nome, luogo di nascita, stato civile, luogo di provenienza e destinazione, disponibilità di denaro,
professione, precedenti penali e stato di salute. Ricevuto il permesso di sbarcare, venivano accompagnati al molo del
traghetto per Manhattan. I non idonei (solo il 2%), dovevano obbligatoriamente essere reimbarcati dalla stessa nave
che li aveva portati negli Stati Uniti, per rientrare al porto di provenienza.
Il lavoro degli ispettori era imponente: dovevano sottoporre a controllo ed interrogatorio tutte le persone, che erano
costrette ad aspettare anche un'intera giornata per passare l'intero processo di ispezione, dopo aver affrontato un
lungo viaggio in navi sovraffollate, senza acqua, cibo e servizi igienici. Per questo, Ellis Island, si meritò anche
l'appellativo di "Isola delle lacrime".
Il flusso migratorio che dall'Italia partiva alla volta degli Stati Uniti, rimase per molti anni di consistenza
cospicua. Il continuo ingresso di nuovi emigrati, esasperò i rapporti fra Italia e Stati Uniti, tanto che questi, nel
1917, misero dei limiti ferrei per controllare l'ingresso degli stranieri sul loro suolo (test dell'alfabetismo, quote
d'ingresso per ogni Stato).
La grande crisi del 1929 diminuì ulteriormente il numero degli immigrati che, dai 242.000 del 1930, diventarono 97.000
nel 1931 e 35.000 nel 1932. Contemporaneamente Ellis Island diventò un centro di detenzione per i rimpatri forzati.
Durante la Seconda Guerra Mondiale vennero detenuti i prigionieri di guerra e il 12 novembre 1954 il Servizio
Immigrazione lo chiuse definitivamente.
Dopo una parziale ristrutturazione negli anni ottanta, dal 1990 Ellis Island ospita il Museo dell'Immigrazione
ricchissimo di dati e grafici sul numero di persone e le diverse etnie arrivate sull'isola. Grazie al lavoro di
centinaia di volontari, dal 2001 è possibile consultare questo archivio anche su internet (www.ellisisland.org). Il
database, contenente oltre 25 milioni di nomi, recuperati dai registri di Ellis Island, è gratuitamente consultabile e
dà la possibilità di esaminare le liste passeggeri originali e le informazioni sulle navi che viaggiarono in quegli
anni.
Utilizzando questo archivio, è stato ricostruito un elenco di persone di circa 800 persone che da Trevico sono
approdate negli Stati Uniti nel periodo tra il 1893 ed il 1924. Dal 1800 in poi, infatti, lo sviluppo demografico
della Baronia e di Trevico, comincia il suo lento declino e continua anche dopo la formazione del Regno d'Italia per
diventare più serio verso la fine del XIX secolo con l'inizio dell'emigrazione.
L'elenco ottenuto non è sicuramente esaustivo, data la complessità della modalità di ricerca sul sito di riferimento e
gli errori nella scrittura dei nomi la cui interpretazione corretta è lasciata al singolo ricercatore che consulta
l'archivio. Tuttavia, attraverso un'attenta analisi dei documenti originali consultabili sul sito di Ellis Island, è
stato possibile recuperare non solo un elenco di nominativi ma anche altre informazioni quali il grado di parentela
tra individui, il luogo di destinazione e il nome del parente/amico presso il quale si veniva ospitati, nonché
informazioni sulle navi che li hanno trasportati.
Numero di persone recuperate nei registri online
Nel form sottostante è possibile effettuare una ricerca sui nominativi estratti dall'archivio elettronico
di Ellis Island: uomini in cerca di lavoro, donne e bambini che raggiungevano i loro cari, tra i quali non sarà
sicuramente difficile trovare qualche antenato.
Ricerca nel database
Ricerca per: L'articolo contenuto in questa pagina, unitamente all'elenco completo dei
nominativi estratti dall'archivio, è stato pubblicato su Vicum (N. 2 Set- Dic 2010).
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