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Trevico
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Le Neviere
Le neviere erano luoghi sotterranei molto profondi (c.a. 8 mt), costruiti in pietra lavica e malta, nei quali veniva ammassata la neve per produrre ghiaccio da utilizzare soprattutto durante d'estate.
Il fondo della neviera veniva preparato con una piattaforma costituita da tronchi di legno e ginestre intrecciate, per permettere al terreno di assorbire l'acqua che man mano si creava a causa dello scioglimento del ghiaccio ed evitare così il rapido scioglimento di tutto il blocco.
La neve veniva raccolta in aperta campagna, in luoghi poco frequentati, e trasportata a zolle sulla testa da donne che venivano pagate mezza lira l'ora. All'interno della neviera si trovavano tre o quattro uomini addetti a pressare il più possibile la neve con stivali di gomma. Man mano che la neve veniva ammassata, si sistemava della paglia sulle pareti in modo da creare uno strato isolante per limitarne lo scioglimento.
Quando la neve era abbondante, si riempiva la neviera in una sola seduta, altrimenti lo si faceva in più giorni. I blocchi di ghiaccio di circa 5 o 6 kg,
venivano inseriti in sacchi di tela e tirati verso l'uscita facendoli scorrere su una scala ed erano venduti soprattutto ad ambulanti e baristi per la preparazione di gelati, sorbetti e bibite fresche.
Il prezzo si aggirava sulle 5 o 6 lire al quintale, ma nei periodi fuori stagione il costo aumentava.
Oltre all'uso alimentare il ghiaccio veniva utilizzato anche per curare febbri, ascessi, contusione ecc. e quindi veniva venduto anche agli ospedali della zona. Data l'importanza del suo commercio, venne istituita la gabella della neve che, attraverso una serie di norme, stabiliva le modalità della fornitura e della vendita del prodotto.
Le neviere a Trevico erano le seguenti:
Le date di costruzione di queste neviere sono sconosciute. Oggi solo le prime due sono rimaste intatte, mentre le altre due sono state atterrate.
La neviera Calabrese ha una profondità di circa 9 metri ed un diametro di circa 5 metri. La porta d'entrata è alta 1 metro e larga 90 centimetri. Essa si trova in un punto del paese molto ventilato (detto appunto lu v'nd'latur') dove, quindi, si accumulava facilmente molta neve. E' stata usata per circa due secoli fino al 1945. Tra gli ultimi a gestirla si ricordano: Calabrese Francesco, Solimine Carmine, Solimine Angelo, Solimine Carmine (nipote del primo).
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